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Markus Stocker

Between information technology and environmental science with a flair for economics, the clarinet, and the world of soups and salads.

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Ho lasciato alle spalle la Nuova York, la Big Apple, viaggiando verso sud. L’ho morsa e lei mi ha lasciato il sapore di aromi diversi, contrastanti e forti. Non è grande, ma densa questa Mela dal volto moderno quanto consumato e vissuto.

Accesa viva eccitante mi è apparsa la signora Manhattan, popolata di persone aperte simpatiche disponibili. Un popolo in movimento che veloce si sposta per acchiappare il bus il taxi o la subway, lo snack con il giornale.

Saggi però diversi che nella frenesia non dimenticano di concedersi una sosta. Chi seduto e legge, chi corre e pensa alla fitness. Oppure lei, che sdraiata sull’erba morbida del grande parco, sotto l’ombra gettata da un grosso platano, riposa. Quella sagoma sensuale e femminile che sembra barattare con la terra sottostante energie nuove in cambio della sua fatica.

La Mela dalle cucine divine e multi-culturali. Lei che non nasconde la paura sentita nei confronti dei piani devastanti del nemico. Dimostra orgoglio, fiducia e diffidenza allo stesso tempo.

Manhattan non lascia soli, inosservati i suoi ospiti. Offre opportunità inaspettate diverse sconosciute. Alcuni ai vertici di aziende, allegri tenendo stretto un martini, lentamente si avvicinano con lo sguardo stanco quanto alla ricerca del divertimento. Si fermano incuriositi con mille domande. Altri come me apparentemente soli, offrono l’occasione per un veloce dialogo, uno scambio di esperienze vissute in due culture che sembrano trovarsi su galassie diverse, in realtà però illuminate dalla stessa sorgente.